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il mondo è un obbiettivo troppo grande: cominciamo dall’alluce.

 

è una punta di luce una lamina che annuncia.

 

la piega contratta che produce è un segno di dolore retrattile.

 

nelle nostre società a tradizione-cemento non si è trovato motivo per allenarlo.

 

non lo si stecca non ha l’anello

l’aureola che vi si disegna.

 

ne risulta un attrito cangiante ma continuo, perdendo sempre più il moto elastico, con il mondo un posto obbiettivamente troppo.

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