“I resistenti”

Occorre specializzarsi nelle specializzazioni. Specializzarsi nelle specializzazioni delle specializzazioni. Lo dicono i miei ragazzi. Puntare verso il nord geografico, dritto verso il rigore dell’apice dei triangoli. Lassù attende la gloria. Non basta conoscere ottimamente le cose, non più, bisogna filtrare ancora, spremere il succo, filtrare ancora, ancora, e arrivare a distillazione. E’ ovvio che tutto questo, ammesso che abbia un senso (dico io), costa fatica e sacrificio, ma i tempi questo prevedono. Amen. I pantaloni? Sempre più corti e attillati. La cena? Porzioni giapponesi. I corpi? Magrezza, diavolo, magrezza! Studiare fino a spaccarsi la schiena, mirare non a quello per cui ci si sente portati, che è così inutile, ma a quello che pretende il mercato. Al massimo un paio di bicchieri il venerdì sera, nient’altro. Un mondo di mutilati, diceva Bernhard. E le parole? Usarne il meno possibile, e se si può, meglio soltanto all’anglosassone. E poi, velocità, messaggi in codice, nessuna perdita di tempo: questo è determinante. Glenn Gould detestava le persone che parlano senza aver finito di pensare, dunque detestava quasi tutta l’umanità. Erano gli anni 60, mi pare. Parole di Thomas Bernhard.

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