“Luoghi siderali” di Gaetano Altopiano

Uno)
Palermo, zona Sperone, lato mare. Tubi, colonnine, tettoie sbilenche e sterpaglia cresciuta tra le commessure dell’asfalto. Qualcosa che è molto di più che soltanto una pompa di benzina in disarmo, un luogo siderale, dove ogni cosa rimanda a una luce estinta. Esattamente come per le stelle qui la luce è arrivata solo dopo la morte della fonte luminosa. Una stazione BP scomparsa nel Terziario.
Due)
Luoghi che si distinguono per l’intensità del terrore che incutono. Luoghi sinistri, impossibili da attraversare senza emozione: spazi celesti, alias quartieri popolari. La via del ritorno tra Viale dei Picciotti e la vecchia Argenteria Stancampiano. La linea del tram in costruzione, montagne di binari, cumuli di perni, bulloni, corde d’acciaio, tutto ancora da collocare. Una coppia di divani sgangherati e un veicolo spaziale sul tetto di un palazzo. Dodici piani. Ma esteso un miliardo di chilometri quadrati.
Tre)

Il muscolo umano: altro luogo siderale. Vasto laterale e bicipite femorale, ad esempio. Un numero impronunciabile di cellule in contrazione, flussi sanguigni e forze idrauliche spaventose, connessioni, gangli in estensione. Sistema nervoso in preallarme: rilascio di acido protettivo. Buio e silenzio perenne. Tra ginocchio e osso sacro qualcosa come 4,5 miliardi di anni di luce.    

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