“Percezione del botto” di Gaetano Altopiano

Troppe cose da mettere a posto, e io non ne ho alcuna voglia. Troppi conti, carte, affari, tutto in perdita naturalmente. Una vita ad accumulare impegni che all’improvviso si ripresentano come “aventi diritto”, alias, avere accatastato dinamite senza rendersene conto. Una cantina piena. Veramente troppo. Pure sta finestra oggi mi rompe il cazzo e vuole attenzioni che io non intendo più concedere, né a lei né a nessun altro. Chiamare il fabbro, uscire, intrattenerlo mentre ripara il danno e poi scucire. Ok. Rifletto però sul fatto di cui sopra: il mio terrore credo sia legato solo alla “possibilità che tutto questo esploda”. A un deterrente dunque. Ecco perché tutti perseverano, mi dico. Ma il botto, in sé, dovesse capitare, abbiamo idea di cosa produrrebbe? 

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