“Blue forest” di Gaetano Altopiano

Da quando i primi arboricoli conobbero la potenza del tuono (mai avevano sentito nulla di così impressionante) il fascino del rumore conquistò l’uomo. Plagiato da quel fragore ben presto imparò a riprodurlo. Dai primi rudimentali tamburi passò, così, a oggetti più complessi: le discoteche. Poi alle discoteche all’aperto. Ai Rave party. Infine ai raduni di musica House: il massimo. Sentirli, a notte fonda, è un’esperienza da brivido. Un ritmo cupo, incalzante, ossessivo, che ha mantenuto intatto il suo spirito primordiale: bestioline braccate siete, e da un momento all’altro. Zac. 

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