“Sogni e misfatti” di Gaetano Altopiano

Siccome tutti i protagonisti dei nostri sogni soggiacciono a un’unica regia, la nostra, la mattina non possiamo che svegliarci esausti. Dare voce e compiti ad ognuno è un lavoraccio. Assegnare le parti, far coincidere luoghi e situazioni, fare in modo che i dialoghi abbiano un senso, tentando, alla fine, di creare una storia che sia più avvincente possibile. In più occuparsi di scenografia, montaggio, luce, suono. E questo tutto tutto da soli. Risultato? Ovvio, ogni sogno è quasi sempre un fallimento, se non addirittura un evento angosciante: ci sfugge tutto di mano, le ambientazioni si distorcono e non c’è uno dei protagonisti che non finisca coll’infischiarsene della parte e recitare per cazzi propri. Stanotte, ad esempio, ho cercato disperatamente di far dire a uno dei miei figli “sì papà”. Quello invece non faceva che ripetere “dammi i soldi dammi i soldi dammi i soldi”. Mi sono svegliato distrutto. 

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