“L’occhiaia 2” di Elio Coniglio

 Li vedo passare mentre sono  tutto solo soletto all’interno del mio acquario impegnatissimo a rincorrere ‘vanvere’ di parole mie e altrui. In fila indiana sotto il cocente sole agostano, i tre  procedono spediti  sull’asfalto molliccio della via che qualche centinaio di passi più tardi li porterà ineluttabilmente davanti a una veduta  che non ha mai, per quanto ne sappia, mozzato il fiato a nessuno.  A fare da battistrada, fendendo l’aria calda coi seni ballonzolanti, è la donna , tallonata da un passeggino spinto con impeccabile abilità da un uomo immusonito;- passeggino, dentro il quale, si dimena leccaleccando un enorme cono gelato una bambina  Ed è proprio la donna, questa disinvolta star siculo-emiliana, a scatenare in me un incontenibile carosello di risa, e a  sovraeccitare la già spiccata curiosità del vecchio gaucho seduto sullo scranno di plastica bianca addossato allo stipite d’ingresso della sua abitazione: rossa di capelli ma nera di pelo, bassa, cicciottella e, nell’insieme, decisamente ‘tascia’, sfoggia , tatuata sulla coscia, giusto un pollice sotto gli shorts cortissimi, una cellulitica giarrettiera nera….                                                              

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