IL GAMBERO GENOVESE di Francesco Gambaro

Provo una gioia confessabile quando, regolarmente, storpiano il mio cognome in Gambero. Mi pare di essere stato graziato di una doppia vita, sotto copertura. Mazzola, il mio idolo, non l’ha mai avuta, perpetuo soccombente di Rivera, Helenio Herrera ce l’aveva e Heriberto ne pagò tutta la vita pegno, rimanendo un sia pure grande Accacchino (HH2) rispetto al gigantesco Accaccone (HH). Il mio amico Abbate, narcisista tetragono, ha talmente orrore di fare la fine dell’Abate, che a tutti detta e raccomanda la doppia b, prima di stringere amicizia. Tra un crostaceo e un gambale di cuoio da angiporto genovese ci sta invece Gambaro che, in buona fede e a buon diritto, gode a rimandare al mittente l’ennesima multa.

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