(a proposito dell’apologia della morte animale – solo domestica – di Elena Stancanelli e della risposta di Francesco Gambaro)
Il cadavere di una mosca giace accartocciato su se stesso sul davanzale della finestra. Non saprei dire da quanto tempo: la mosca si decompone diversamente da animali più grandi e non è un processo ben visibile. Un giorno? Una settimana? Penso che pure lei, secondo una certa logica, meriterebbe sepoltura, ma non muovo un dito. Scopro che anche la regola della pietà è facchinamente politicizzata e io non faccio eccezione. Da oggi però degna tumulazione per ogni pezzo d’unghia, ogni capello, per ogni crosticina che si stacca.