LA CALLIGRAFIA DI ARBASINO di Francesco Gambaro

La calligrafia di Arbasino, rubata un pomeriggio all’Hotel delle Palme per un convegno, ca va sans dire sul Gruppo 63, esagerata, con volant grandi quanto i palloncini del Giardino Inglese, le calligrafie di molte mie compagne di classe, rotondeggianti come le caccole o le coccole, la calligrafia di Gaetano Testa, piccola, precisa, quasi infinitesimale come i suoi disegni, quella della casta dei medici, anche se è un luogo comune tipo i cinesi si mangiano i bambini o nascondono i loro morti, comprensibile solo dalla casta dei farmacisti, la mia, chiara di notte ma indecifrabile al mattino, deceduto Alan Turing giusto il giorno in cui nacqui, ma, ritornando a Arbasino, ricordo un vegliardo commento che più che sintetizzare interpreto: la notte vedo dalla finestra questi uomini piegati davanti al computer, artificialmente illuminati, soli, tanti, e non capisco.

Sono contento di essere uno che Arbasino non capisce, che la notte non va per pulle e teatri, che la notte si sente piegato e che la mattina fa fatica a rialzare la schiena, un po’ perché rincoglionito da quello che gli occhi hanno visto dalla finestra del computer, un po’ da quello che ha scritto quasi in cogitosuspicione, un po’ per la gioia del fallito che si compiace di non avere scritto e riscritto (il titolo è vintage) Fratelli d’Italia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ZAMPA D’ASINO E UN TOPO IN QUANTO TOPO
C’è un momento in cui il cervello di Mastro Giallouli invecchia improvvisamente. C’è un legame con un messaggio che Beba Read more.
ERRORE CRONOLOGICO
oltre l’ordine morale delle cose nello spazio anacronistico dell’azione incerta l’alone dell’errore assorbe lo spessore della luce e incrosta di Read more.
BENGALA 1
La macchia da scrivere sta sul lato est della terra rimossa. Un semplice appunto fatto al buio sulla pagina, capitato Read more.
32
il modo in cui entra nel compatto   la traiettoria che deve seguire      fin dove può arrivare   il flusso scompare al Read more.
C’È POCO DA FARE
Ci son quelle giornate che pioggia pioggia con acqua su acqua e finisce che non si esce perché altrimenti il Read more.
LE MENUET
La danse du début perdu, puis retrouvée au creux du ventre du mouvement. Si alzava con il vestito del primo Read more.
FINO AL MARE
D’odore del mare. Mi riempivo di narici e sale fino a sentirmi male fino ad annegare salinato fino al culo Read more.
CONDOMINIO ENIGMATICO
A un certo momento, dato fondo ad Acrostici bizzarri e Spigolature, si è di comune accordo optato per un rigoroso Read more.
da I GIORNI QUANTI (96)
Gaetano dice che si è poveri se non si ha tempo da perdere. Io, oggi, passeggiando in questa città – Read more.