(L’OCCHIAIA. 16.) di Elio Coniglio
La donna è seduta accanto a me sul divano bluoltremare spiaggiato fra le accattivanti penombre della stanza. Ogni volta che squilla il telefono, prima che io riesca a sollevare la cornetta, lei si alza dal divano, si piazza di fronte a me e si toglie un indumento, quando rimane nuda si mette a culo in aria sui morbidi cuscini del divano. Da ora in avanti, ogniqualvolta squilla il telefono, mentre porto la cornetta all’orecchio le do degli schiaffetti o, a seconda del mio uzzolo, dei pizzicotti ora su questa ora sull’altra natica poi avvicino il mio inguine alle sue chiappe scrignute, e lei, immancabilmente, si drizza sulle ginocchia e, contorcendosi come un’anguilla, incolla le sue spalle contro il mio petto…