IERI HO VISTO MARTE (31.5.16) (libera riscrittura di una poesia di Antonio Delfini) di Francesco Gambaro

Vorrei almeno essere mangiato caldo e rosolato, per due euro sono stato svenduto, ho occhi che furono diamanti, fossero stati bene intagliati, valrebbero, vedrebbero più di quanto non mi è stato dato, per il pullover blu non merito di essere indagato, alla cassa dei pegni giuro non l’ho imbucato, Marte è così vicino a noi stanotte, una ranocchia, ancora più vicina, gracida senza pensieri a quella strana luna, mi incazzo per non essere stato mangiato, pur essendo stato comprato, affronto da solo la morte su un piatto gelato. Ecco, quella che paghino senza consumare, è una usanza che nemmeno su Marte ho visto rimare.

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