(L’OCCHIAIA. 22.) di Elio Coniglio
Fa freddo, un freddo cane, polare: quando raggiungiamo la villa comunale dalla barba cotonosa di Gaetano pendono tintinnando lunghi ghiaccioli e tremule nuvolette di fiato stazionano davanti ai volti intorpiditi d’entrambi. Non un’anima viva nei vialetti alberati! Ma giusto mentre passiamo accanto ad una vasca di pietra al centro …