UN TITOLO

Un sentimento di cui ci libereremo presto è la gelosia del corpo. Come giustificarla – a cosa si riferisce – che relazioni ha con l’odierno – in un paesaggio che ovunque accoglie esseri tanto impropri e fugaci? Una categoria a cui il cervello dedica sempre meno attenzioni. Venuti meno gli interessi cerebrali: non fai in tempo a concentrarti su qualcosa (tu) che il mondo già ti propone un soggetto più meritevole. E due. Chi distingue ormai la risata dal sogghigno? Chi, la mestruazione da una neoplasia uterina? Sui lungomari si incontrano coppie tra le meno probabili, ma tra le più riuscite. L’uomo e il delfino – la donna e il tritone. Vogliamo offrire i nostri corpi liberamente e “contro natura”. E’ il momento. E’ tutto così passeggero, Mon Dieu. Nelle città, personalmente, mi sono accoppiato con mostri e con colonie di topi. Quattro. E indistintamente. Del tutto inutile il mio umore, quello che penso o quello che ho pensato. Gelosia dell’inesistente. Un titolo.

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