L’UOMO DELLE PREVISIONI

L’inespressività del viso è una caratteristica che accomuna diversi attori. Anche tra i più navigati. In certi casi è addirittura una benedizione, come lo fu nel caso di Buster Keaton, altre volte è invece una maledizione di cui l’attore non riesce a liberarsi. Uno di questi è Nicolas Cage: ritengo che la sua faccia non riuscirebbe a plastificarsi nemmeno dopo un intervento di chirurgia estetica, e in questo sono d’accordo con uno dei miei fratelli che è un esperto in materia. E’ altrettanto impassibile di fronte a una donna nuda quanto di fronte a una scena di sangue. Non riesce proprio a adattarsi a ciò che accade sul set, e, per quanto grande magari sia lo sforzo interpretativo, la faccia non vuole saperne e recita in “conto proprio” decretando in modo ostinato l’assoluta mancanza di sintonia con le circostanze. A eccezione del film The Weather Man, di Gore Verbinski, dove l’inespressività di Cage è una trovata scenica tanto perfettamente congegnata (e tanto sapientemente imposta a ogni attore, Michael Caine compreso) da risultare più che calzante.  

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