SULLE RIVE DEL TONTO (3) (per il mio buon compleanno)

SULLE RIVE DEL TONTO (3) di Elio Coniglio (per il mio buon compleanno)

La giovane donna non è sola. Seduta accanto a Qualcuno, gli parla e mentre gli parla mi guarda e fa sfarfallare a bella posta entrambe le mani davanti alla bocca per non consentimi di leggervi le parole che di continuo sbocciano tra le sue labbra vermiglie. Non so quanti Martini dopo, infiamma le sue pallide guance con il fard, si alza, mi guarda, poi esce ancheggiando vistosamente. Non mi è difficile tallonarla senza farmi notare: ostacolata com’è nell’incedere dai tacchi alti che di continuo sbandano sui balatoni luccicanti d’acqua piovana e dalla pesante valigia che si trascina appresso, deve fermarsi spesso, a riprendere forze e fiato, mentre percorre questa stretta viuzza dove due bellicose bande di giovinastri con bandiere e stendardi – vecchi cenci legati in cima a lunghi bastoni – si fronteggiano guardandosi in cagnesco. La stazione ferroviaria non è lontana e, a quest’ora della sera, sulle panchine illuminate da una luce di un giallognolo malato c’è una affaccendata folla di bipedi in partenza, un insopportabile odore di olio di motore surriscaldato e un rumore assordante, persistente. Blocco la donna prima che s’infili in una carrozza e, di punto in bianco, le comunico che, a giorni, parto per Malta. “Malta non è l’America!” mi dice con un filo di voce nel preciso istante in cui due rapidi sferragliando sulle rotaie s’incrociano: le facce incollate al vetro, da uno dei finestrini – tutti illuminati a giorno -, Elio e Francesco ci guardano…   

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