SORRENTINO NON E’ SOLTANTO UN DIMINUTIVO

C’è, per esempio, pure il piacentino, il pecorino, fior di fiorino e pure il vino che, non può essere distrattamente diminutivo ma antropologicamente accrescitivo. Come, per esempio, il finale del quarto tempo del film – adesso i films li chiamano serie o episodi o fictions – di The Young Pope. Mariarosa Mancuso non lo avrà visto, altrimenti consentirebbe che un film lo può salvare anche un finale, che un film non sempre, quasi mai, è intoto, più spesso inqualche: una immagine che si imprime, una scena centrale o ferale, un primo piano solare alla Brass. Il finale del quarto tempo di The Young Pope, che Mariarosa Mancuso scanzona perfino perché adesso pure in dvd (e invece a me piace tutto, anche i desueti dvd e il 3D, anche on demand, i recuperandi super-8 al pari delle sonorità viniliche e mi piace anche andare in elicottero per fotografare le dive e i divi di Beverly Hills) lo vedo stanotte per la prima volta. Il finale del quarto tempo del film è l’imprevisto che non prevedi in stanze vaticane: la figura di Nada in campo lungo, oscurata come un pentito in videoconferenza, si muove e balla e canta Senza un perché. La sua voce surround riconcilia e richiama l’inizio del primo tempo del film, che invece la Mariarosa ha veduto e straveduto e non taciuto. In quell’inizio accrescitivo, Sorrentino, che non è soltanto un diminuitivo e nemmeno uno juventino, ustiona cinematograficamente gli occhi che solo le creature rotolanti nella sabbia di Zabriskie Point.

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