SULLE RIVE DEL TONTO (15)

Con un irritante zirrichio di gomme la ‘Cinquantamila’ si ferma sotto il malinconico pino mediterraneo cresciuto sul limitare del vasto piazzale, al momento, vuoto. Ho appena spento il motore quando noto sul cruscotto un lampeggiare insistente, ipnotico, sospetto… Sgrano gli occhi sulla chiave ancora stretta e forteforte tra indice e pollice poi, mentre li giro verso la spia capricciosa, sposto a casaccio la leva degli indicatori di direzione: finalmente la spia verde si spegne ma ora sul cruscotto rosseggia beffarda la spia della batteria! Prontamente riavvio il motore, ingrano la marcia e lancio la Simca a tutta velocità…. Solo più tardi, nel preciso istante in cui, per l’ennesima volta, la ‘Cinquantamila’ si riferma con lo stesso identico, irritante zirrichio sotto il solito albero, mi è chiaro che è lei a guidare me e non viceversa… Scendo dall’auto, vi lucertolo attorno testando con dei mirati calcetti sul battistrada la pressione di ogni pneumatico e un solo attimo dopo, imponendomi di non voltarmi verso il sensuoso turchese nuvolo della ‘Milletrecentouno’, allungo il passo puntando dritto verso l’ingresso principale della vicina stazione ferroviaria. attraverso senza problemi un metaldetector, quindi imbocco una lunga scalinata che, strozzata a intervalli regolari da pettorute barriere metalliche, scende giùgiù fino alla biglietteria, affollatissima. Ultimo di una interminabile fila, mi accorgo quasi subito d’essere il solo, tra i tanti in coda, a non avere bagaglio. Ma l’Occhio, irrequieto,, abbandona presto le sagome anonime di coloro che mi precedono, vola senza esitazioni verso l’esterno e sfarfalla per un bel po’ tra i binari prima di posarsi sull’acciaio brunito della locomotiva che, stanca d’aspettarmi, sbuffa fumo…

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