LA MIA VOLPE

Da molti mesi osservo la volpe. Dalla finestra mentre mi guarda. O forse guarda tutto quello che c’è attorno a me. Come dovesse individuare un sistema di allarme sconosciuto. Non riesco mai a seguirla. A capire come fa a scomparire senza che me ne accorga. Ruba le mie scarpe puzzolenti e le porta chissà dove, una tana, un mondo di scarpe puzzolenti, una folla di banditori di borsa le vuole comprare. Quando mi guarda, dai vetri bui della finestra, penso cosa pensa. A un suo silenzioso comando vado in bagno a bagnare le mani di acqua di rose, poi torno a osservarla. Non assomiglia al volpino grigio che mia madre portava attorno al collo quando seguivamo i concerti del Teatro Massimo. Io sempre vestito di nero, a lutto per lei. La sua testina con riflessi blu che adesso, invece, risaltano fulvi. Mi osserva e, mentre la osservo, non c’è più.

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