Il larice, quando ci vide, si voltò dall’altra parte. Ci videro i cervi e ci scagliarono occhiate scontrose. Il muschio si ritraeva appena lo sfioravamo con i nostri scarponi. Il cielo si ripiegava su se stesso per non vederci. Ma la montagna. Ma il Dolada, così inclinato, così rosato. Ma la montagna Dolada ci accolse, sì che ci accolse, pietrosa e pietosa. Ed ebbe di noi cognizione così vaga che ci scambiò per sonnolenti tardigradi. Ci annusò ma non ci riconobbe, smemorata com’è, e per questo ci accolse con gioia e ci permise di raggiungere la vetta.