FINE D’OPERA

A fine opera gli spettatori in fuga attenti allo scalino e a chi li attende in basso della scalinata solerti nello scansare l’ambulante con la fisarmonica a tregua dell’orecchio saturo senza estro per il refrain anzi neppure un soldo per il mendicante con i risvolti alle caviglie e i piedi nudi niente rose alle signore nessuna traccia di gran fretta oltre la notte e l’occhio lungo del viminaio e famigli smaniosi di fiutare aria fresca e tabacco sdegnosi di dare fondo all’eco nei cappotti tra sciarpe e poche giacche strette liberi ruffiani a sbirciare donne che squadrano altre donne ed evitare cani che si ingroppano prepotenti smossi a fiuto per quadruplice ragion sufficiente cieca senza tatto ignari a golfo spento wagneriani (ma forse era rossini) per mezzi giri di piazza e soste a martelletto cedono alla necessità disinvolti miasmi accendono sigarette telefonini frecce la bella soup à oignon la pizza dove?

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