IL FOSFORO DI LUDD

Si viveva, una volta, oltre un secolo fa, in una tana vetrata. I raggi poggiavano sulle cose e il puzzo vi cresceva dentro intollerabile. Ogni oggetto presente in città spugnava il liquido di una perla avvelenata. Di notte, allora, piovevano aghi dal vetro e l’interno della tana s’illuminava. Re Ludd sonnecchiava inerte sotto le vene di primavera.
Le lattine traboccavano, a meno che qualcuno non vi esplodesse dentro per uscirsene traboccando nel fumo. L’aria e l’acqua sapevano d’uovo. Ma l’acqua spremuta dagli oggetti di quel mondo scorreva lontana. Però, con l’uovo e la spremitura l’esplosione era continua: maestranze che dalla tana passavano via, imprenditori storditi dal fracasso, tutti rassicurati dalle perle avvelenate che i preti raccoglievano da terra. In continuazione. Si nutrivano del fumo che sbuffava dai botti; masticavano disperazione. Davano lavoro a basso costo ed esplodevano nelle lattine a malapena ricostruite. Nella baldoria cresceva la frode «Quando tutti si guardano in giro» «Quanto più s’impone l’autodifesa» dicevano, ma nessuno poteva sentire e si rimaneva nella combinazione di vetro, in quel mondo incollato al futuro.
L’altra notte, quando il vulcano vomitò fosforo e il caldo ingoiò i ghiacciai e il fumo entrò nelle tane di vetro, re Ludd si svegliò di colpo dal suo sonno micidiale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

UN IMPASTO
8.94   un impasto in forma di susina croccante sapore morbido di pistacchio zuccherato vanigliato di colore avorio bruciaticcio un Read more.
Portami a ballare un finale diverso (8)
Spegni la luce prima di uscirmi dal cuore, qualcuno sennò potrebbe pensare che sia ancora occupato. Colpiscimi e stordiscimi, se Read more.
ASTRAGALO
Non so cosa pensano gli altri del proprio letto, magari nemmeno ce l’hanno, un letto, e perciò mi riesce difficile Read more.
Un canone sul pericolo di piacere I
Occhi pinare sput e qui lavoro leggondi are su tutte  le fedi e le divise ca ssiamo fare con gli Read more.
CHECK-OUT
24 non sono bravo con gli addii con 12 niente stasera portami a vedere un film sdraia il tempo a Read more.
ORA CHE NON PASSA
e taglia il fiato, s’arruginisce di bestemmie, s’infanga di rabbia, il Capo. Non ci arriva a trent’anni, ma suo padre, Read more.
Alla follia di Banvard tutti (4)
In questa scena del film è inverno a Berlino. Durante il breve tragitto in metropolitana, lo sconosciuto disegna sul libro. Read more.
UN TAMBURO
Sono il tamburo di tutte le guerre, quando una guerra mi carezza la guancia, mi gratto il naso e sparo. Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 71
Incrinata da un bavero di spine Sono il rampollo acido del monte L’aurora buia di chi lavora Di chi divora Read more.