Non si tratta esattamente di una scoperta, quanto di un risultato arrivato in ritardo, ma arrivato (la differenza è fondamentale, considerato che ho avuto i peli ascellari a quarant’anni suonati). In merito ai fatti, da sempre ho temuto che in ogni mia aspirazione ci fosse una disfunzione – o almeno qualcosa che non quadrava – e se negli anni mi è sembrato irrinunciabile esagerare oggi riconosco in via definitiva come sia stato inutile soffermarmi su certi particolari. Soprattutto a me stesso. Quando mi capitò di giudicare indigesta una gonna aperta a sproposito, un’unghia troppo cresciuta o una tinta di capelli inappropriata, avrei dovuto mettere in conto le attenuanti: “inclinazione” e “errore”, in relazione al loro tempo di maturazione, non hanno lo stesso valore (la differenza è fondamentale, anche se entrambi potrebbero portare a mutazione). E avrei dovuto prevedere persino il possibile passo successivo: tra un paio di secoli, da qualche parte – non importa se per inclinazione o per errore infine – un cane avrebbe imboccato il suo padrone senza suscitarmi il minimo stupore.