LE FURIE UMANE DEL KUNG FU

Il suono è dato dalla vibrazione di un corpo in oscillazione, ma è anche una sensazione uditiva correlata alla natura di quella vibrazione. Non è una proprietà del corpo in oscillazione né della facoltà senziente ma “qualcosa” che esiste tra le due, tra orecchio, cioè, e oggetto emittente, perché non appartiene alla fonte che lo genera né al ricevente che riesce a percepirlo. Un’arpa, per essere chiari, è fatta di corde in un certo numero, di piccole viti, di un telaio che assembla il tutto e queste sono sue proprietà, ma non è fatta di suono. Solo se opportunamente stimolata riuscirà a produrne. Lo stesso vale per il nostro apparato uditivo, il cui meccanismo conosciamo alla perfezione. Ora, se l’arpa fosse pizzicata in un dato momento e per un certo tempo, produrrebbe una melodia che nessuno potrebbe negare di sentire, a meno che non fosse privo del sistema anatomico uditivo. Ma se si chiedesse di localizzare quella melodia in un punto preciso dello spazio, dato che esiste e che la si sta sentendo, nessuno potrebbe farlo. Questo perché il suono è una “qualità” della vibrazione delle corde dell’arpa e non la vibrazione stessa, e come tutte le qualità di questo tipo non risiede in alcun luogo perché non è una proprietà residente. Appartiene a quella categoria di “cose” di cui sperimentiamo l’esistenza ma che non riusciamo a collocare fisicamente, come invece possiamo fare con la città di Parigi, con una caffettiera, con il naso di mio cugino o con la guerra in Siria. Il caldo, l’odore di un fiore, l’aroma di una spezia, il piacere di una buona lettura, sono esempi di qualità del genere. E anche il silenzio.

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