allora le dico, ci conosciamo da un’eternità, alle dieci ci vediamo, e poi anticipo l’appuntamento e dove incontrarci, al citofono dico stiamo al secondo piano, stiamo, non vorrei ricordarle che è da secoli che stiamo insieme al secondo piano, un inquilino sul pianerottolo ci saluta, la presento, intravedo suo padre, un omosessuale morto parecchi anni fa, mi aspetterei più curiosità, un diverso saluto, apro la porta poso la valigia all’ingresso, non trovo nessuno, solo un bel sogno ma, a terra, c’è un suo capello biondo, lo tengo stretto, solo in cucina.
*Alessandro Blok, da “La violetta notturna”