L’ORDINARIO

Mi chiedo come sia possibile essere al tempo stesso architetti e bifolchi. Come sia possibile, cioè, avere amato così tanto la bellezza, al punto di averne fatto materia assoluta di studio, e vivere ostinatamente nelle brutture dell’ordinarietà. Si potrebbe obiettare che anche uomini illustri hanno avuto le loro pecche nonostante l’appartenenza a quell’universo superiore: Confucio parlava solo in dialetto e Ferdinando IV di Borbone, addirittura, oltre ad esprimersi solo in napoletano era un vero e proprio lazzarone. Ma io non mi riferivo a questo. L’uomo di cui parlo anzi si esprime in discreto italiano. Tuttavia, grazie proprio a questa obiezione, ho trovato una delle risposte alla mia domanda: a differenza di quelli, per esempio, non è destinato a passare alla storia.