BUON ANIVERSARIO FANTOZZI
Villaggio aveva un cognome da sfigato, da predestinato, da animatore valtur. Questo suo destino antroponimo l’ha ossessionato. Inventandosi Fantozzi l’ha inverato. Una gioia per il pubblico dei villaggi turistici, del sabato sera e dei domenicali al cinema. Non per lui. Odiava sentirsi un epigono e non sapersi superare. Per questo scriveva e tentava film drammatici sfidando ruoli al penosissimo Totò di Uccellacci e Uccellini, precipitando in quelli del tristissimo Olmi.
La nave di Teseo, la casa editrice italiana più ondivaga che attualmente pesca a rete pesci di ogni genere, ha pubblicato, con il titolo “Italiani brava gente… ma non è vero!”, una raccolta postuma di suoi aforismi. “Il titolo già assomma due errori – scrive Mariarosa Mancuso – i puntini di sospensione che sono la morte di qualsiasi scrittura (…) le chiacchiere da treno, se ancora si facessero chiacchiere sui treni”. Non se ne fanno, mi conferma Martina Kempter, che da Berlino è scesa a Tusa in ferroviario ottundente silenzio. Non si dovrebbero nemmeno pubblicare libri a rete contro la pesca a rete. Paolo Villaggio paventando di essere ricordato solo per Fantozzi, odiando se stesso e il villaggio, oggi scivola sotto il milione del Signor Bonaventura, ovvero dell’attore Sergio Tofano, che rimane stabile in borsa.