“Qui vicino c’è un posto detto Valle Taciturna. Ci si arriva facilmente, anche a piedi dopo una breve passeggiata, ma è un posto di frontiera.
La chiamano Valle Taciturna perché appena arrivi e ti inoltri hai la sensazione di attraversare una parete invisibile e sbuchi in un luogo dove le onde sonore non esistono. Non senti più neanche lo stormire del fogliame, neanche i tuoi passi sul prato. Se provi ad aprire bocca, la voce non ti esce o, se ti esce, non raggiunge le orecchie di chi la potrebbe ascoltare, neanche le tue. La Valle è popolata di piccoli animali, passerotti, scoiattoli, qualche volpe, insetti. Ma anche questi esseri, che vi pullulano vivacissimi, non producono alcun rumore. Qualcuno ipotizza addirittura che nascano senza corde vocali.
Nel cuore della Valle Taciturna c’è una piccola Scuola. Direte: possibile? E come faranno a comunicare? Si parleranno a gesti, useranno il linguaggio dei sordomuti. Niente di tutto questo. Allora comunicheranno con frasi scritte in una qualche lavagna, direte. Nemmeno.”
Da “La scuola nella valle” di Alfonso Lentini (inedito)