SPILLI

Mi arrivano spilli di fango che pungono la mia gola blu. Una ventata di spilli, spilli d’aria, mi arriva addosso mentre adagio mi muovo verso le torri di Castrofilippo e si accanisce sulle mie unghie cariate. Mi arrivano spilli d’acqua. Mi muovo verso le menti migliori della mia generazione che oramai non hanno altra sembianza se non quella di poveri spilli di fuoco. Giro nudo per le piazze e gli spilli di Treviso. Mi muovo verso il buio cristallino e salato di Bilbao mentre mi assalgono spilli olfattivi. Sono esausto. Ma sono gli spilli verbali i più dolorosi, quelli che non mi danno tregua. A Genova pungono e starnazzano come gallinacci nevrastenici. Non ne posso più. Devo fuggire da questa Amsterdam piena di santi assatanati.

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