LA BANCONOTA

Siamo degli sciagurati ancor più che degli incompetenti: discutiamo del bilancio dello Stato come parlassimo del nostro conto corrente. E a tutti i livelli. Mentre non solo sconosciamo la materia ma ci permettiamo per giunta di dire la nostra e, nei casi disperati, di convincerci addirittura di essere nel giusto solo perché abbiamo attinto nozioni da Google (perlopiù fasulle) o dai giornalisti (che ne sanno meno di noi). Lo facciamo perché il nostro concetto di finanza si limita a un’operazione tra le più elementari: maggiore introito – minore spesa = risparmio; maggiore spesa – minore introito = debito. Che è poi inevitabile, in effetti, visto il nostro stadio economico che non va oltre lo stipendio fisso. Ma almeno si tacesse: la finanza pullula di movimentazioni più di un sistema batterico e vive di meccanismi sconosciuti ai profani. (Pensiamo alla “partita doppia”, a esempio, che in bilancio segna le partite positive in dare e quelle negative in avere). La banconota – che per noi è il primo – è l’ultimo dei suoi problemi.

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