IL CUCCHIAINO della domenica: (Artropodi)

G.B. Di Maggio guarì nella stagione dei millepiedi: se ne incontravano a mucchi in giardino. E fu proprio Esther, la sua primogenita, che quel mattino ne individuò una coppia che si convinse fosse intenta a amoreggiare. Lo stabilì in base a due indizi che rievocavano l’esperienza personale: uno degli esemplari era più piccolo dell’altro e i due si strofinavano attorcigliati. Si accovacciò sulle gambe fino a sfiorare la fica sopra le punte dei fili d’erba che crescevano incolti sul ciglio della stradella e restò lì a guardare. (Credette pure di intravedere un filo di muco che lasciavano sugli steli – altra reminiscenza – e le due bocche incollate). Sapeva bene che i millepiedi non erano insetti ma Artropodi e conosceva anche qualche altro curioso e inutile particolare. Quello che non sapeva però era se stessero amoreggiando, come aveva supposto, o accoppiandosi solamente. La differenza era enorme se permettete. Anche in quel misero piccolissimo mondo. Ogni tanto si girava verso casa e si fermava: si vedeva l’uomo guardare dalla finestra nella sua direzione; la madre passare e ripassare il cucchiaio nel piatto mentre lo imboccava.

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