quando parlo di te mi metto a fuoco
e lo faccio sotto la settimana di natale
con il commesso della libreria dell’aeroporto
mentre cerca di sbarazzarsi dell’ultima
trilogia da mille e cinquecento pagine
parlo di te in una panda bianca
che mi accompagna alla stazione
fumando diana blu alla fermata autobus
parlo di te all’amica dell’amico
dietro al bancone
in mezzo a due birre scure
a mio padre mia madre fratelli e cugini
uno alla volta che tutti insieme
alla cassiera del supermercato
ricordando la frutta e i formaggi
che piacciono a te ed a me no
ho parlato di te al noleggiatore
di gommoni a due del ferrarese
in attesa di girare l’isola del gatto
che ogni tanto mi viene a trovare
per mangiare e dormire sulla porta
e vorrei parlare di te anche agli alberi
ai preti che hanno il cuore
nella distanza di una vita eterna
parlo di te ad ognuno ma non a tutti
se ti incontreranno ti riconosceranno
e ti chiameranno per nome salutandoti
non volgendo la testa da un’altra parte