Sonetto, ridi pure
dell’assurda pretesa
di chi al pallottoliere
rime e accenti soppesa,
e bambinesche e pure
follie, sogni, misteri
minuzioso misura
a dispetto del secolo.
Ridi, mio vecchio saggio,
dell’ironia del tempo
che ti conserva intatto,
impagliato uccello
sul comò dei ricordi,
di chi volenteroso ti modella
e, nella foga, ti cresce una coda.