chissà cosa stavo pensando a mezzanotte seduto fuori alla pizzeria bellini. nel fresco della notte con una camicetta sbottonata sul petto. map che in punta di diti mi controlla la straordinaria lunghezza del capelli neri ma fortemente brizzolati. tra i piedi del tavolino una gatta sgranocchiatrice
uomini in cappotto donne in pelliccia. a destra il grosso cubo giallastro del municipio. grosse e preziose vetture posteggiate aldilà della palizzata bianca.
una chiesa svettante per monachine mai vista ma li da sempre. brutta. domando
– dov’è andato aurelio?
– a gabinetto
calo sulla gatta. l’attraverso. non faccio caso a una mano leggera che sfiora i miei capelli e mi pizzica il collo.
i bambini e le loro mani.. i loro strilli infiniti.
percorro un collo caldo teso produttore grossista di aromi tanfi correnti magnetiche (dico “sta buona”)