Gli si solleva il petto, giallastro come un pollo senza piume, non aveva niente addosso. Tutt’intorno, l’erba era rinsecchita, di un colore grigio, marrone alle punte: sembrava più l’effetto di un agente chimico che non del fuoco. Davvero stupefacente era che respirasse. Non è raro incappare in un cadavere in queste campagne: faide, mafia, delitti d’onore, soldati mai reclamati dell’uno e dell’altro esercito, ma a quel corpo si sollevava il petto. Per il resto aveva l’aspetto di un ragazzo: il colorito uniforme, la tessitura vellutata della pelle; dalla punta dei piedi ai capelli era calmo. Dormiva, o perlomeno, se fosse stato umano come sembrava solo in parte, l’attività ridotta, ritmica, tranquilla del suo corpo in quel tardo pomeriggio di giugno, l’avresti senza dubbio chiamata sonno.
Carola Susani, “La prima vita di Italo Orlando”, minimum fax, 2018