Clara Wieck clarissa del pianoforte mariée Schumann a
Convolata a giuste nozze dal clavicordo al piano
Ai tasti neri e bianchi in furia ne rimugina
Frasi al pedale di gravi in cui respira piano
La falesia del fato sulle rocce a picco sulla testuggine
Delle acque dove respira col proprio incolto fiato
Chi va a annegare come Icaro nella fuliggine
Delle acque del sole amaro, sole pidocchioso e ingrato!
Clara Svíčková* vieille fille bába mariée mon Schumann b
A nozze in quelle falesie sbiancate ne mutilò pian forti
Coi tasti bianchi e neri nell’incuria, fili a suo danno
Che rimuginano la linea della vita confusa al promontorio della morte.
* Svíčková [bába] vale beghina, bacchettona. L’espressione ceca significa, alla lettera, “vecchina delle candele” e qui si immagina con arbitrio, benché con una grande verosimiglianza, che Clara Wieck vegli sul morto Schumann.
a pronunciare alla tedesca; b alla francese.
(da Frammenti nel dialetto della Focide)