Mio contraddittore
Non è la novella più lieta
Con dita affusolate addomesticare la creta…
Ho dovuto disossare la cetra spavalda
Per semplificare il mio stesso dolore che va in cialda
Di ostia galenica,
Dico al poeta…
Spiastrellare il davanzale di pietra
Perché vi fiorisse quell’unico fiore,
Dico al rondineta che tesse il suo Lied
E alle sue rondini che in cielo virb virb…
Al tasso semplice di quel Levitico
Che fa cenno a proda da un acre flutto,
Stick d’imbarcadero cui elogio fu il lutto
Delle barche vedovili,
Al tasso di quel prostatico è tipico
Che con più incisiva rassegnazione
Tu lusinghi il calamaio al demonio
Col tasso composto del Deuteronomio…
Al poeta che mi tende per sfida
Atto di rondine al cui arco sternale
Un cielo fa la sua stramba corrida
Risponde la risaia mortale
Delle stelle sul patio di Amelio
Che si sfracellano con stridi d’uccelli
Infilzando l’ago della luna all’afelio…
(da Frammenti nel dialetto della Focide)