Sente qualcuno. C’è qualcuno? Sentite orecchie? State aguzzando? Qualcuno ansima nel ritiro di un respiro. Ecco, ci siamo. Sta proprio lì. Volge lo sguardo alle orecchie. Cosa ridete? Sono così strano? E voi cosa state facendo in questo momento delicato. (Tese di nuovo le orecchie che, questa volta, non si tesero.) Dal balcone di fronte si affaccia una sibilla. Cosa fai, guardi? La sibilla non rispose, forse per solidarietà verso qualcuno riuscito a entrare nella stanza. L’uomo attese. Lunga attesa. Il respiro ansimante tornò questa volta cavernicolo, flebile, baritonale. E’ il mio respiro, confessa l’uomo che sente qualcuno sempre più vicino. Respira per farci compagnia, dice alle orecchie, per farci sentire vivi. Dalla fessura di una parete, di fronte casa della sibilla, il sangue comincia a flottare.
*Man Ray, Object à detruire, 1923-33