COME ZOMBI

I poeti cantavano lieti la natura naturante / ma adesso s’è rotto il patto contraente / e la specie umana non sembra la vittima predestinata / piuttosto il virus, il mostro che avanza / È certo duro ammettere che noi vituperose genti / abbiamo il chaos, l’istinto criminogeno nel sangue / Sappiamo poco o nulla di quello che ci sta accadendo / la cultura non ci fornisce le chiavi di lettura / continuiamo a vagheggiare il pathos creaturale, / a esibire la retorica del rispetto ambientale / però il sospetto è che l’antico incanto naturale / possa presto tramutarsi in un incubo feroce / una comune e tragica esperienza letale / L’anidride carbonica satura l’atmosfera / e si altera lo scambio energetico tra la terra e il sole / ché senza senso di colpa ci sviluppiamo, / ci moltiplichiamo e più accecati ci allarghiamo / più intossichiamo l’ecosistema, l’unico che abbiamo / A che vale piangersi addosso, vibrare contriti / frasi enfatiche, appelli commoventi / di regola accompagnati dalle previsioni più apocalittiche, / scenari catastrofici che ritmano la genuina / e forse genetica vocazione al suicidio antropologico / Si annuncia, dicono, il collasso planetario, / il sesto ciclo di estinzione terrestre prossimo venturo / Come gli Zombi di George A. Romero / correremo a rifugiarci in un supermercato, / l’estrema thule, l’eden artificiale realizzato / aspettando la fine lì ci strafogheremo / con gli oggetti di consumo e ci consumeremo / divorando quel po’ di vita che ancora avremo in uso / Non potremo chiedere perdono a nessuno / e nessuno, è sicuro, qui o in cielo ci vorrà perdonare.

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