(capitolo sesto) E GLI AVOCADO SPARIRONO NEL GIRO DI UNA NOTTE

Accendo la radio. Sono state immagazzinate informazioni in frammenti attivi del tessuto cerebrale di un mammifero. L’esperimento è stato effettuato su cellule di ratto ed ha permesso di individuare i circuiti che controllano la memoria a breve termine. La memoria a breve termine è capace di conservare informazioni semplici per un periodo massimo di 20 secondi. Dopo più di 70 anni hanno deciso di ridipingere la facciata del palazzo. Saranno cancellate le scritte inneggianti al duce e le loro successive modificazioni.  W Dux, W Lex, me lo Sux. A volte non ricordare è una questione di educazione. Verrà smontata la ventola del condizionatore  che Allenatore e consorte hanno collocato  sopra il portone con rampini e filo di ferro. Verranno risanate le crepe dei balconi. Ridipinti ringhiere ed infissi. Una volta montati i ponteggi, Pablo, il cane dell’Allenatore, avrà difficoltà a salire e scendere per sbisognarsi. L’altro giorno l’arpista ha trovato nell’androne un terzetto di extracomunitari che si nascondevano ai vigili urbani. Vendevano cianfrusaglie nei pressi della villa e alla vista delle guardie sono scappati. Non hanno fatto di meglio che girare l’angolo ed entrare nel palazzo col fagotto delle merci.  Ridevano. Se il portone non fosse  lasciato aperto per fare passare Pablo non sarebbe successo. Allenatore e consorte hanno abituato la bestiola ad essere autonoma, sale e scende da sola. La moglie dell’Allenatore canta canzoni latino americane in un pub cittadino. E’ mesi che abitano nel palazzo ed io non l’ho ancora vista. Bussano. – Può aprirmi il portone? – Apro e mi affaccio alla porta.  Alta, magra, bruna è la perfetta antitesi della Visicchio – … Ho dimenticato le chiavi – Mi passa davanti sinuosa, ringrazia – Amanda – Sale felina e sento i giri della serratura. Potenti. Mi chiedo perché tenga  separate le chiavi dell’appartamento da quelle del portone. Mezz’ora dopo sto uscendo, Amanda scende dietro a suo marito e incrociandomi al passaggio sorride senza guardarmi. Suo marito è sempre imbronciato, fa storie su dove posteggiare la motocicletta.  Questo è il mio posto. Dice. E guai a chi lo occupa. Non c’è portiere e cerca di imporre le sue regole ai vicini marcando in malo modo gli intrusi. Ora con gli operai avrà da protestare per gli schizzi di malta e di colore che per quanto attenti dai ponteggi non controlleranno.

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