IL CUCCHIAINO della domenica: (l’imprevedibile)

Tutte le sante volte, poi, da un po’ di tempo, un imprevisto viene a stravolgere i nostri piani. Le cose sono tre: o non programmiamo niente – uno – e il che è impossibile data la nostra condizione ab origine di parte di un “programma” più vasto e tanto tentacolare dal quale non possiamo sottrarci o – due – accettiamo l’imprevisto come parte imprescindibile dei nostri piani, e il che è ugualmente impossibile dato che non sapremmo proprio da dove cominciare visto l’infinito numero di possibili imprevisti in cui probabilmente potremmo incappare. La terza è relegare a condizione di previsto l’imprevisto. Ma anche qui, patate, dato che incorreremmo in una palese contraddizione: se un imprevisto è previsto, infatti, cesserebbe di essere quello che è. Da sopra i nostri tetti intanto arrivano altre cattive notizie: le travi iniziano a scricchiolare dandoci ulteriori nuovi insopportabili pensieri. E il peggio arriva quando leggiamo i giornali, “l’intelligenza artificiale ha imparato a dormire, per diventare più efficiente in futuro potrebbe addirittura arrivare a sognare”. Altro imprevisto.

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