– ora tu continui ad abitare al secondo piano e la tua camera da letto ha tutto di te e di lei
– il tuo lungo passo cavo
– apri la porta con violenza
‘hai un pezzo di carta?’
‘che devi fare?’
‘sto tornando’
– prendi il tuo pezzo di carta esci chiudi la porta con violenza
– il tuo passo lungo e calmo
– che ripetutamente tutti i nostri giochi di società tendono a far risaltare
il palco-fari orientato sul campo-giochi
– che venendo dal cielo notturno e andando per cieli notturni la vista può sopportare soltanto luci lontane
– tutti i suoni convergono in un solo recinto ovale di chiarezza indistinta immersa nella chiarezza dell’oscurità di un viaggio iperbarocco
– perdendo rido e vincendo sbadiglio
– finalmente tocca a te che non sei meno seria
– witt mi ricorda che bisogna sapere che la porta va ‘tirata’ e si é prigionieri della stanza e questo però voglio dire quest’ intelligenza in situazione mi diverte
– non c’é in me divertimento che non sia nello stesso tempo negazione e conferma di uno stato di distanziazione che é continuamente progressivo che progredisce anche quando non mi diverto