I TARLI DEL SOFFITTAVOLO

Ha solo una erede il patriarca,

speciale speziale,

il bastone d’avorio

battuto alla ghetta

in punta di citazione

con schietta

ma fiera

sorpresa di sé…

Nel risguardo esplorato

all’urto secco dei lemmi

lei, stupendo, gli occhi accomoda

e il ruvidio sacro della paginetta

giallo cotta di muffòri

trascorre lectiosa di massime.

Da quel soprarighe che ospita

il nulla dies

d’altri spolveri e rivelazioni

trae dottrine minutate

taciute e riposte lì

come proibite.

Ne vìola di nuovo, lieve, gli scrigni,

su legni di stambugio

invalidi, umidi, umili

al criccare del pasto in gallerie

rassegnati di spicinarsi

in resa alla briga bagarina

dei locatari.

La mano destra specula,

stuella nel palmo l’aria

che fa salvi i fondigli

ma insulta le carte

e tardi la scopre nemica

celebrare in un batter d’ossido

il necrologio

delle care estinte parole.

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