UN PORTAOCCHIALI DAL POLO

Un giovane che divora otto gelati nell’arco di un quarto d’ora – i primi del medesimo gusto, l’ottavo al limone, per togliersi il sapore amarognolo della nocciola – poteva essere la notizia del mese,  considerato che ormai le notti trascorrevano senza sogni. Ma il maestro si trovò ad affrontare un dilemma la cui soluzione rischiava di influenzare la storia orientale, non tanto per il gesto che interpretava piuttosto perché da questo dipendeva l’assegnazione dei ruoli: chiunque, davanti all’imperatore, doveva inchinarsi e abbassare lo sguardo; chiunque, tranne i suoi insegnanti personali. E questo per l’importanza che attribuita a quella categoria. In proposito scrisse anche : io soppeso le parole con cura. Quando morì Yan Hui, però, pianse senza ritegno. ”Ahimè, il cielo mi annienta, il cielo mi annienta”, diceva.

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