L’ADINOLFI

Io incontro la gente per strada e mi sforzo di tenere lo sguardo alto, di salutare, ma la testa mi pende verso il basso, e noto sempre delle macchioline di vomito vecchio sulle scarpe. E quindi ci sta che non saluti, perché cazzo, come si fa a stare attenti a tutte le cose? E io vorrei salutare tutti festoso e spingardo ma invece lo sguardo mi va alle scarpe, e quindi alle volte, invece di salutare, vomito. Che poi hai voglia a tirare indietro le gambe, no, sulle scarpe ci rimane sempre una carotina, un ricciolo di scarola. Un filamento di scamerita. Una melanzana. Ma che vita di merda. Ma non potevo nascere Adinolfi? Lui, di sicuro, le scarpe non se le guarda. Secondo me nemmeno se le mette, le scarpe. Secondo me la mattina lui è a posto con la cravatta. Ma si vede male anche quella. Adinolfi pour l’homme.

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