Dietro al tizio che sussurra versi nel microfono c’è una grande finestra che dà sul corso: si vedono i passanti – assorti, svagati, melliflui. Siamo in una biblioteca, ci saranno si e no una ventina di persone. Il poeta indossa una giacca verde cupo, pantaloni neri e una maglia amaranto. Ha un tatuaggio: una riga nera torno torno il collo. Capelli rasati a uno. Da dietro, improvviso, un flauto: ci voltiamo a guardare il musicista – applaudiamo svogliati.
Fuori, sul corso, c’è un tale – un passante – che spiaccica la faccia al vetro del finestrone: grosse borse sotto agli occhi rossi infiammati. Ha le labbra annerite dal troppo vino rosso, nonostante sia mattina.
Ha i capelli rasati a uno – una riga tatuata tutt’ intorno al collo. Una giacca di velluto verde.
Una maglia color amaranto.