Contorni dove si gongolava senza cadere. Formiche tra un fiore e l’altro inforestate nell’erba sottile. A fior di pelle sembrava tutto vero. La sperduta Amazzonia odorava di umidi ingredienti. Rialzava la spalla ogni tanto sopra gli steli come una zolla in slittamento per la recente frana. Ma la colonna proseguiva dal bassofondo fino alla cima. Finì in un gotico labirinto e poi sull’asta di una freccia dentro un cuore disegnato,
di carne vera. Poteva bastare fin qui, annidarsi nell’interstizio vicino e raccogliere a più non posso risorse. L’ala immensa scoraggiò l’accampamento, dilatata nascondeva il percorso illuminato. Si giunse al collo, ai capelli, alla fronte , non si rintracciò il nome di quel luogo che sulla ricevuta fiscale.