Bando alle ciance, ai florilegi,
dall’alto delle plance privilegi,
poeti nuovi derubricano e risblindano
fuffole ottocentesche in resse,
e con le lenti spesse al vivavoce
ritraggono le schiene, flettono alla foce
crune piene,
refoli di visi tinti quisquillanti,
come allupati amanti
ridigitando al fosso il grifo,
slaccano nello schifo.
E l’editor leccato tira lazzi,
gli sprazzi della luce sistemano opinioni,
Lo vuoi poeta, un osso?
Non sono previste defezioni.
Solo Nessuno fa eccezioni.