Un giorno.
Improvvisa una chiamata,
un sì che libera una fuga di treni e metrò in un esatto punto del tempo
(classe, medesimi giorni, ventidue anni prima)
e inizierà nuovamente ogni cosa così:
un lampo tra i banchi di anarchia tredicenne,
il sorgere di una voce da una timidezza incalcolabile
e un’inedita semplicità dei trasporti su ferro a trentacinque euro al mese di ogni stamane,
esattamente.