Sassi d’ogni forma e dimensione inciampano sui duri musi di cuoio e gomma degli scarponi ghiotti di passi, rimbalzano verso i ciuffi di erbette rinsecchite crepitanti lungo il ciglio del viottolo e da qui, platealmente, si lasciano cadere a peso morto giù per il precipitoso fianco della montagna trascinandosi appresso, mentre ruzzolano fra le odorose macchie di colori stagionali ondeggianti sullo scrignuto pianoro, piccole frane di pietrisco muscoso e, subito dietro, i miei occhi, ma questi solo per un interminabile attimo: una volta sazi dei gialli rossicci dei campi di grano appenappena mietuti, tornano prontamente ad affissarsi sull’anguineo nastro scricchiolante di ghiaia che, con studiata, invogliante lentezza, fischiettando insieme al vento arie leggere, mi porta sempre più in alto…
(Serra Moneta, S.S.Q. – gennaio 1985 – foto di Elio Coniglio)